Hai mai provato a pensare al tuo modo di camminare? Ognuno ha il proprio, personalissimo, passo, che rimane costante per tutta la vita.
Ci sono persone che hanno riconosciuto vecchi amori, amici d’infanzia, a distanza di quarant’anni, per il loro modo di camminare. Una specie di impronta digitale.
Ma una cosa è comune a tutti. Tutti, per andare avanti, per fare il passo successivo, dobbiamo per un attimo perdere l’equilibrio, alzare il piede, abbandonare la nostra situazione di comfort, sbilanciare il nostro peso in avanti, far ricadere il piede e recuperare, per un attimo, una nuova posizione di equilibrio.
La stessa cosa avviene in tutte le altre situazioni della nostra vita. Se vogliamo progredire, andare avanti, migliorare la nostra condizione, apportare un cambiamento alle nostre abitudini, dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort, perdere l’equilibrio, sbilanciarci, e fare un passo in avanti.
La parola cambiamento spaventa sempre un po’. Cambiare la propria dieta, il lavoro, la casa o il partner, sono tutti eventi che comportano necessariamente ansia e paura perché si sta abbandonando qualcosa di conosciuto per dirigersi verso l’ignoto.
Il cambiamento non avviene solo nelle grandi occasioni della vita, non comporta necessariamente uno sconvolgimento della propria esistenza. Spesso le persone, quando cercano un aiuto perché desiderano un cambiamento nella propria vita, si aspettano debba accadere qualcosa di drastico e, anche se lo desiderano, capita che si blocchino. In realtà i cambiamenti più duraturi avvengono in modo dolce, lento, un passo per volta.
Non vi ricordate certo del vostro primo passo, quando avete smesso di gattonare e vi siete alzati in piedi, in stazione eretta, o quasi, e, barcollando, avete alzato il piede e lo avete portato in avanti. Poi magari siete caduti, vi siete aggrappati a qualcosa, vi siete rialzati e avete ritentato. Fino al giorno in cui, aggrappati al bracciolo del divano, lo avete lasciato per dirigervi verso la vostra mamma o il vostro papà. Certo non vi ricordate di quando lo avete fatto voi, ma magari lo avete visto fare ai vostri figli, o ai vostri nipoti.
Il primo passo verso la vita autonoma. Un momento importantissimo dello sviluppo. La prima volta che si abbandona la zona di comfort per andare ad esplorare il mondo.
E anche adesso è così. Spesso siete aggrappati ad un divano metaforico e, anche se brutto, anche se sporco, anche se instabile, vi sembra che vi permetta comunque di sostenervi, magari malamente, magari in bilico, ma in molti casi è l’unico sistema che credete di avere per rimanere in piedi.
Ecco, questo è il momento di pensare se non sia il caso di abbandonare quel bracciolo, perdere un attimo l’equilibrio e fare quel piccolo passo che vi permetta di migliorare finalmente la vostra vita.
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