Ogni giorno discutiamo, litighiamo, ci accordiamo, tradiamo la fiducia di una delle persone a cui teniamo di più: noi stessi. Ci avete mai pensato? Noi stessi siamo la persona con la quale ci relazioniamo maggiormente nel corso della nostra esistenza.
Da bambini, molti di noi, avevano addirittura anche un amico immaginario, che altri non è se non la trasfigurazione di noi stessi in un’altra persona.
Noi ci giudichiamo continuamente, entriamo in conflitto con noi stessi, con i nostri valori, inculcati dalla tradizione, dalla nostra cultura, dall’educazione che abbiamo ricevuto. Il nostro io saggio fa da contraltare al nostro io avventuriero e creativo, in una continua contesa tra le nostre idee.
E’ in questa situazione che nascono e si sviluppano, vengono modulati i nostri obiettivi di breve e di lungo termine, in una continua disamina tra quello che vorremmo fare e quello che possiamo fare, per competenze, capacità, coraggio, caratteristiche fisiche e genetiche, predisposizione ecc.
Il Goal Setting, ossia la definizione degli obiettivi che vogliamo raggiungere, è una metodologia che sviluppa un programma di lavoro formato da obiettivi e sotto obiettivi. Questi possono essere di lavoro, di sport, di studio. Qualunque obiettivo che ci poniamo nel corso della nostra esistenza. Potrebbe essere quello di mettersi a dieta per dimagrire, oppure di iniziare ad allenarsi per correre una maratona o impegnarsi per migliorare la propria carriera lavorativa. Questi obiettivi devono essere misurabili in modo da poter essere controllati in corso di esecuzione, ma, soprattutto, devono essere condivisi con noi stessi. E questo viene chiamato self talk.
Il self talk consiste nel dialogo interno della persona. Questa tecnica ha un grande impatto sul comportamento, sull’atteggiamento che si assume in generale in diverse situazioni, soprattutto in quelle a maggior livello di stress. Allenando questa capacità di auto-dialogo è possibile migliorare l’attenzione nonché aumentare o ridurre il livello di attivazione o di rilassamento funzionali all’obiettivo che intediamo raggiungere.
Migliorare la condivisione con noi stessi dell’obiettivo che ci siamo posti, può consentire ad uno sportivo di migliorare il gesto atletico, in uno studente le capacità di concentrazione e di memorizzazione, durante la dieta dimagrante di mantenere la visione dell’obiettivo, per non farsi sviare da possibili tentazioni.
La gestione dei pensieri si può migliorare. Come qualsiasi altra attività della nostra vita, si può allenare.
E bisogna imparare ad allenarli, perché i pensieri che sopraggiungono frequentemente in modo automatico durante le nostre attività, sono in grado di influenzarle sia positivamente che negativamente. Lo sanno bene gli atleti, quanto il pensiero positivo influenzi il risultato di una prestazione. Per questo è necessario individuare e trasformare le idee che inibiscono la performance e rendano difficile il raggiungimento degli obiettivi.
Pertanto, prima di tutto, prima di porsi un obiettivo è importante che sia condiviso con noi stessi e voluto fortemente. Quella che comunemente viene detta motivazione, altro non è, secondo me, che la consapevolezza profonda, condivisa da tutto il nostro io, della possibilità di raggiungere l’obiettivo. Anche a costo di notevoli sforzi. Ma sforzi che vengono accettati perché speculativi ad un risultato sperato, ma raggiungibile.
Alleniamoci a spronare noi stessi a sopportare gli sforzi, incoraggiamoci attraverso i pensieri positivi e ad eliminare quelli negativi. La negazione nel cervello è quanto di più deleterio sia possibile. Partire con la convinzione di non potercela fare è il preludio di qualunque fallimento.
Trasformiamo la nostra mente in uno stadio di tifosi e facciamo del nostro amico invisibile il nostro fan più scatenato.
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