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Immagine del redattoredott. Rodolfo Vittori

Quando l'amore non si arrende …

… perché continuiamo a sperare nel ritorno di un ex partner

Quando l'amore non si arrende


L'idea che molte persone continuino a credere che il proprio partner li ami ancora, anche dopo essere stati abbandonati e vedendoli coinvolti in una nuova relazione, è una dinamica complessa che affonda le radici in diversi aspetti della psicologia umana. È una combinazione di meccanismi di difesa, dipendenza emotiva, attaccamento, autostima e narrazione interna che si attivano quando una relazione, spesso importante e carica di emozioni, si interrompe in maniera dolorosa.


1. Meccanismi di difesa e negazione

Uno dei motivi principali per cui una persona può restare convinta che il proprio partner provi ancora sentimenti per lei, anche dopo essere stata lasciata, è legato ai meccanismi di difesa. La rottura di una relazione significativa è un evento traumatico che, in molti casi, mette in crisi il senso di sicurezza e stabilità dell'individuo. La mente umana tende a proteggersi dal dolore attraverso una serie di meccanismi di difesa come la negazione. La negazione permette alla persona di evitare l'accettazione del fatto che il partner non è più innamorato, minimizzando la realtà della separazione.


Immaginare che il partner sia solo "confuso" e che il suo cuore appartenga ancora a chi è stato lasciato diventa una sorta di "zona sicura" per la mente, una narrazione che rende il trauma più sopportabile. Accettare la realtà della separazione significherebbe affrontare il dolore del rifiuto, la sensazione di non essere abbastanza e il vuoto lasciato dall'altro. Credere che il partner stia ancora provando amore, anche se si trova con qualcun altro, protegge la persona dalla frattura del proprio mondo interiore e della propria autostima.


2. Attaccamento e la Teoria dell’attaccamento

Per comprendere questa dinamica, è utile richiamare la teoria dell'attaccamento, formulata da John Bowlby. Le relazioni intime sono spesso influenzate dal tipo di attaccamento sviluppato nella prima infanzia. Se una persona ha un attaccamento ansioso, è molto probabile che sviluppi una profonda paura dell'abbandono, che può manifestarsi in una serie di convinzioni irrazionali e speranze persistenti.


Quando una persona con un attaccamento ansioso viene lasciata, l'idea che il partner la ami ancora e che sia semplicemente "confuso" funziona come un tentativo di mantenere viva la speranza. Questo modo di pensare può impedire alla persona di affrontare la perdita e di iniziare il processo di elaborazione del lutto, poiché preferisce aggrapparsi alla possibilità, anche irrealistica, di un ritorno. Il dolore del rifiuto viene in questo modo mitigato dalla speranza di un futuro riavvicinamento.


3. Idealizzazione del partner

Un'altra ragione importante è l’idealizzazione del partner. In molte relazioni, soprattutto quelle in cui c'è stato un forte coinvolgimento emotivo, una delle parti tende a idealizzare l'altra. Questa idealizzazione può essere tale che l'ex partner diventa quasi impossibile da criticare, visto come una figura perfetta, e ogni suo comportamento viene interpretato come giustificabile. Quando l’altro decide di porre fine alla relazione, è difficile per la persona che idealizza accettare che questa figura perfetta possa non amare più. Invece, l’abbandono viene spiegato con concetti come "confusione" o "circostanze sfavorevoli", poiché è troppo doloroso riconoscere che quella persona ha preso una decisione cosciente di allontanarsi.


4. Narrazione interna e la resistenza al cambiamento

Le persone tendono a creare una narrazione interna della propria vita e delle proprie relazioni, una sorta di storia che dà senso agli eventi e offre un senso di continuità e identità. Quando una relazione termina, questa narrazione si spezza e la persona viene forzata a riscrivere la storia, il che può essere estremamente difficile.


Per esempio, se la narrazione interna di una persona è "lui/lei è il mio vero amore, siamo destinati a stare insieme", allora la fine della relazione risulta un'incongruenza troppo dolorosa da accettare. Invece di riscrivere la storia e affrontare il dolore che ne deriva, la persona preferisce aggrapparsi alla convinzione che il partner sia ancora innamorato ma "confuso". Questa narrazione permette alla persona di mantenere una coerenza interna, evitando di affrontare la frattura emotiva causata dalla rottura.


5. Dipendenza emotiva e la paura del vuoto

In molte relazioni intense, si sviluppa una dipendenza emotiva. Il partner diventa una sorta di "àncora" che offre sicurezza, affetto e un senso di appartenenza. Quando la relazione termina, la persona dipendente si trova improvvisamente senza quella fonte di sicurezza e conforto, il che può provocare un senso di vuoto intollerabile. La convinzione che il partner sia ancora innamorato diventa una strategia per mantenere un legame emotivo e riempire quel vuoto.


La paura del vuoto è infatti una delle principali forze che spingono le persone a rimanere attaccate a questa idea. Ammettere che il partner se ne è andato e che non c'è più alcuna speranza di riconciliazione significa affrontare il vuoto emotivo, una condizione che può sembrare insopportabile. Invece, continuare a credere che il partner sia confuso permette alla persona di evitare questa sensazione di vuoto e di mantenere viva la speranza, anche se dolorosa.


6. Bias cognitivi e distorsioni del pensiero

Il modo in cui le persone percepiscono la realtà è spesso influenzato dai bias cognitivi e dalle distorsioni del pensiero. Dopo una rottura, le persone tendono a selezionare e interpretare gli eventi in modo da supportare le proprie convinzioni. Per esempio, se il partner lasciato riceve un messaggio gentile dall'ex, potrebbe interpretarlo come una prova del fatto che l'ex prova ancora dei sentimenti, ignorando invece i segnali chiari che indicano che la relazione è finita. Questo si chiama bias di conferma, ovvero la tendenza a cercare e ricordare informazioni che confermano le proprie convinzioni, ignorando quelle contrarie.


Un'altra distorsione comune è la personalizzazione. La persona abbandonata potrebbe attribuire la decisione del partner a problemi che l'ex sta affrontando, piuttosto che accettare che l'ex abbia semplicemente deciso di porre fine alla relazione per motivi indipendenti dalla persona abbandonata. Questo può essere un modo per evitare di sentirsi inadeguati o respinti.


7. L’Impatto dell’autostima

La fine di una relazione ha un impatto significativo sull’autostima. Per molte persone, essere amati dal proprio partner rappresenta una conferma del proprio valore. Quando la relazione termina, soprattutto se la decisione non è stata condivisa, la persona può percepire la fine come una conferma della propria inadeguatezza o del proprio essere non amabile. La convinzione che l'ex partner sia ancora innamorato diventa un meccanismo per proteggere la propria autostima. È una sorta di autoinganno che permette alla persona di sentirsi ancora amabile e desiderata, negando l’idea che il partner abbia scelto qualcun altro.


8. La speranza e la difficoltà ad accettare il cambiamento

Un altro aspetto cruciale è la speranza. La speranza è una forza potente e, in molti casi, può essere benefica, aiutando le persone a superare momenti difficili. Tuttavia, quando si tratta di relazioni terminate, la speranza può anche diventare una trappola che impedisce alla persona di andare avanti. La convinzione che il partner sia "solo confuso" e che tornerà è una manifestazione della speranza che tutto possa tornare com'era prima, che il dolore possa scomparire e che l’amore possa rinascere.


Questa speranza è spesso sostenuta dall’incapacità di accettare il cambiamento. Le relazioni fanno parte delle routine quotidiane, e quando finiscono, lasciano un vuoto che è difficile da accettare. Il cambiamento porta con sé l'incertezza e la paura del futuro, che possono essere così angoscianti da spingere le persone a negare la realtà, preferendo invece mantenere la speranza di un ritorno.


9. La necessità di chiusura e mancanza di chiarezza

In molti casi, una rottura avviene senza una spiegazione chiara, o con spiegazioni che non soddisfano la persona lasciata. Questa mancanza di chiarezza rende difficile raggiungere una vera e propria chiusura emotiva. Le persone hanno bisogno di comprendere il motivo per cui una relazione è finita per poter iniziare il processo di elaborazione del lutto e andare avanti. Quando il partner non offre una spiegazione chiara, chi è stato lasciato tende a riempire i vuoti con ipotesi e congetture che rendano la situazione più sopportabile.

Una delle congetture più comuni è che l’ex partner sia confuso e che, in fondo, provi ancora sentimenti d’amore. In questo modo, la persona lasciata costruisce una sorta di ponte mentale che impedisce di affrontare la realtà della separazione. Questa convinzione si sviluppa come una risposta alla necessità di dare un senso alla fine della relazione e colmare l'assenza di spiegazioni. È molto più facile accettare l'idea che il partner sia confuso piuttosto che riconoscere che l'amore è finito o che c'è stato un cambiamento irreversibile nei sentimenti dell'altro.

La mancanza di chiusura lascia aperta la possibilità che il partner possa tornare, creando un ciclo di aspettative che impedisce l'elaborazione del dolore. È una sorta di autoinganno che permette di evitare la sofferenza legata al rifiuto e al vuoto, creando una falsa speranza che tutto possa tornare com'era prima.


Conclusioni

Le relazioni umane sono complicate e, quando finiscono, portano con sé un bagaglio di emozioni che non sempre è facile elaborare. La speranza che un partner ci ami ancora, anche dopo la separazione, è il risultato di una serie di dinamiche psicologiche che coinvolgono meccanismi di difesa, attaccamento, narrazione interna, e paura del vuoto. Questi processi sono in parte automatici e hanno lo scopo di proteggerci dal dolore, permettendoci di evitare la sofferenza legata al rifiuto.


Riconoscere queste dinamiche può essere il primo passo verso l’elaborazione del lutto e l’accettazione della realtà. Se ci si trova bloccati in una speranza irrealistica, può essere utile confrontarsi con qualcuno, come un terapeuta, per esplorare questi sentimenti e lavorare su un percorso di guarigione e accettazione. Solo affrontando il dolore è possibile ritrovare la propria autonomia e costruire nuove relazioni, basate su un amore autentico e reciproco.


 

Se da sola non riesci ad accettare la fine della tua relazione, non esitare a contattarmi.



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Riferimenti bibliografici


Baldoni, F. (2018). Attaccamento e perdita nelle relazioni amorose. FrancoAngeli.


Beck, A. T. (1999). Prigionieri del pensiero: come liberarci dalle trappole del pensiero irrazionale. Erickson.


Bowlby, J. (1989). Una base sicura: applicazioni cliniche della teoria dell'attaccamento. Raffaello Cortina Editore.


Goleman, D. (1997). Intelligenza emotiva: che cos'è e perché può renderci felici. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.


Gottman, J., & Silver, N. (2014). Intelligenza emotiva per la coppia: come costruire e mantenere un amore che dura. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.


Salvini, A. (2001). La comunicazione negata: processi di difesa e interazione nelle relazioni interpersonali. Carocci.

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