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Immagine del redattoredott. Rodolfo Vittori

Le 5 domande tipiche del colloquio di lavoro

Aggiornamento: 6 ago 2021


Il colloquio di lavoro rappresenta uno dei momenti più delicati del proprio percorso lavorativo e, volendo esagerare, anche della propria vita. In quei pochi minuti si giocano le carte del proprio futuro, sia che sia il nostro primo impiego, sia che si voglia cambiare lavoro, azienda, abitudini, vita.

Non sempre è sufficiente essere competenti nel proprio ambito lavorativo e per il ruolo per il quale ci si sta candidando, per poter essere scelti. Per arrivare preparati a questo momento è necessario sapere che cosa aspettarsi dallo svolgimento del colloquio di lavoro.

Relativamente a questo, può essere molto utile conoscere in anticipo le domande che più probabilmente il selezionatore ti rivolgerà. Ovviamente non posso garantirti che le domande che ti verranno poste saranno esattamente queste, ma ti posso assicurare che queste sono le cinque domande più frequenti ai colloqui di lavoro.


“Ci parli di lei“

Si tratta di una domanda molto usata per rompere il ghiaccio, o come dicono quelli che amano usare i termini inglesi anche nella minestra di fagioli: “per fare ice breaking”.

In questo caso è necessario essere sintetici, andare dritto al punto, senza grandi giri di parole. Cerca di fornire informazioni su di te dal punto di vista professionale, e non personale, parla delle tue competenze, del tuo percorso di studi e lavorativo.

Metti in evidenza i tuoi punti di forza, illustrando le tue abilità migliori, che possono dare all’azienda un valore aggiunto.


“Si descriva in tre parole”

Sembra una domanda strana, ma questa è una delle domande più frequenti durante i colloqui di lavoro. Ti consiglio di pensarci attentamente, prima, in modo da essere preparato. Eviterei termini tipo “fancazzista”.


“Perché dovremmo assumerla?“

Qui ti giochi molto. Puoi parlare delle tue competenze, che sono perfette per il ruolo per il quale ti stai candidando, della tua capacità di lavorare in team, di avere la capacità e l’umiltà di riconoscere i tuoi errori. Ricordati sempre che di informarti molto bene sull’azienda che potrebbe assumerti. Parlane in questo momento, fai capire che la conosci e che tu potresti essere un valore aggiunto per loro.


“Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?“

A questa domanda, oltre a ribadire quale potrebbe essere il valore aggiunto che tu porteresti all’azienda, ti consiglio di rispondere molto sinceramente riguardo i tuoi punti di debolezza. Le commissioni di selezione apprezzano che il candidato abbia consapevolezza dei propri limiti e sia una persona onesta su cui si può fare affidamento. Tutti, a parole, sanno lavorare in team, non hanno paura di lunghi e massacranti turni lavorativi, riescono a relazionarsi bene con chiunque ecc. ma pochi candidati sono capaci di essere sinceri e di mettere a nudo i propri difetti. E riconoscere i propri difetti è il primo passo per migliorarsi.


“Perché vorrebbe lavorare qui?“ oppure ”Perché vuole lasciare il suo attuale lavoro“?

Rispondendo appropriatamente a questa domanda hai la possibilità di dimostrare di essere realmente interessato a quel posto di lavoro e all’azienda in generale.

Dimostra di conoscere la realtà nella quale stai chiedendo di entrare. Fai vedere che hai approfondito le informazioni sull’azienda e spiega le motivazioni che ti spingono, se lo stai facendo, a cambiare posto di lavoro.

In ogni caso, non parlare mai male del lavoro precedente, o puntare direttamente a questione esclusivamente economiche. La cosa migliore è quella di mostrare un sano desiderio di crescita professionale.


Un ultimo consiglio, che può essere applicato alle risposte a tutte le domande, è quello di essere breve e conciso di fornire immediatamente gli elementi chiavi al selezionatore, che siano facili da ricordare quando dovrà valutare la tua candidatura confrontandola con quella degli altri.


 

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