L’invidia è un sentimento profondo che nasce dal desiderio di godere di qualcosa che non si ha. La si può provare per tutto, sia per cose materiali possedute sia per i sentimenti.
Indipendentemente da ciò che si è, che cosa si sia fatto, gli ostacoli superati, i traguardi raggiunti, si è sempre tesi verso un confronto distruttivo con gli altri.
Il classico giardino del vicino che è sempre più verde.
Un altro ci appare più fortunato, più bello, più ricco, più intelligente, più capace. Insomma, ci appare di più in tutto.
Esiste sempre un amico più bello, un collega più capace, un atleta più forte, una famiglia più serena, un conoscente più brillante e così via.
Ciò che più rafforza l’invida è la consapevolezza di non poter mai raggiungere l’oggetto del desiderio tanto agognato, per questo si prova questo sentimento negativo verso qualcuno che lo possiede.
Difficilmente questa persona che invidiamo è al di fuori della cerchia delle nostre conoscenze. Di solito non si prova invidia per una persona che ci è lontana, come può essere un personaggio famoso. Noi ci confrontiamo con il nostro “vicino di casa”.
L’invidia conduce ad una continua insoddisfazione perché si diviene schiavi dei propri limiti, che possono essere reali, ma anche immaginari, che non permettono di essere o avere ciò che si desidera.
Da dietro questo muro, osserviamo chi invece lo ha superato, dando vita al ribollire dell’invidia.
Far tacere quella vocina è un processo complesso che deve partire dal proprio profondo.
La causa più comune dell’invidia è la bassa autostima. Percepiamo di non essere all’altezza e additiamo chi in realtà ammiriamo.
Nell’immaginario collettivo, l’invidia viene sempre vista in un'accezione negativa. In realtà, a fianco all’invidia cattiva, vi è un’invidia positiva, sana e costruttiva. Quando il senso critico viene utilizzato per vedere le qualità che si desidera possedere, e l’invidia si trasforma in una sana ammirazione, allora essa diventa un forte stimolo per realizzare nuovi obiettivi e migliorarsi.
Nell’invidia costruttiva ci sono dei meccanismi positivi che portano la persona a confrontarsi con l’altro, che diventa il modello, per avviare il cambiamento in meglio, per ottenere risultati che siano soddisfacenti. Sto parlando di qualsiasi obiettivo, che può essere rappresentato, ad esempio, da risultati scolastici, lavorativi o sportivi.
In questi termini può esserci un’identificazione positiva con l’altra persona, e l'invidia può tramutarsi in stima o ammirazione, sentimenti che risultano stimolanti per il proprio miglioramento. Ciò che dev’essere il pensiero trainante è che se ce l’ha fatta lui, posso farcela anch’io.
Nell’invidia cattiva, che è un sentimento distruttivo, al contrario, si verificano meccanismi che puntano a cercare di svalutare l’altro e addirittura a cercare di distruggere la sua felicità o sperare che questo accada. In questo caso, l’invidia diventa un’emozione che genera dolore sia per chi la prova sia per quelli che la subiscono.
A completare questo sentimento di invidia ci sono anche altri stati emozionali negativi, come la rabbia, il rancore, il risentimento fino ad arrivare all’odio. In questo caso il sentimento è assolutamente distruttivo: “Se non posso averlo, allora non deve averlo neppure l’altro”.
Ciò che si dovrebbe cercare di fare, invece, è un’analisi serena della propria situazione, per capire ciò che conta veramente nella propria vita, cercando, una volta che gli obiettivi sono chiari, di trasformare l’invidia in motivazione, per iniziare a mettere in atto quei cambiamenti che ci permettano di raggiungere gli obiettivi a cui tendiamo.
Se invece, strada facendo, ci si accorge che ciò a cui si aspira è davvero irraggiungibile, non rimane altro da fare che evitare di sprecare il proprio tempo e cambiare la prospettiva della propria vita.
psicologo gorizia, psicologo trieste, psicologo udine, psicologo on-line, albo psicologi, stress, ansia, problemi relazionali, problemi di coppia, burnout, depressione, crescita personale, motivazione, cambio abitudini, psicologia anti-aging, disturbi alimentari, psicologica dell'alimentazione, psicologo dello sport
Comments