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Immagine del redattoredott. Rodolfo Vittori

Il supporto psicologico per il cambiamento professionale

Aggiornamento: 6 ago 2021

Muovendosi nel mercato del lavoro, sempre più spesso vengono richieste doti come la flessibilità, l’apertura al cambiamento o lo spirito di iniziativa. Le aziende cambiano continuamente, si evolvono e si riorganizzano ad una velocità sempre maggiore. Il mercato globale, i confronto con altre culture e con altre esigenze, la necessità di inserirsi in nuove nicchie o in nuovi mercati, accelera ulteriormente questo processo di trasformazione delle organizzazioni, richiedendo alle persone che operano all’interno, di possedere spiccate capacità di adattamento e di proattività per adeguarsi funzionalmente ai mutamenti del contesto.

Che cosa accade, però, nel momento in cui i mutamenti dell’organizzazione non coincidono più con i valori, o non incontrano più le motivazioni e le aspettative della persona? Che cosa succede se, pur cercando di utilizzare tutte le proprie capacità e le proprie risorse per adattarsi, non si riesce più a trovare la motivazione per continuare a fare ciò che si sta facendo? In questo caso succede che l’individuo entra in una fase critica della propria vita, sia professionale che privata, vivendo spesso una situazione in bilico tra il desiderio di cambiare, per trovare delle maggiori motivazioni e gratificazioni, e la paura di abbandonare la situazione consolidata, per non perdere le sicurezze acquisite. Si entra, in questo modo, in uno stato di blocco psicologico che pian piano può diventare normale, e nel quale si rischia di poter rimanere per anni.

Come tutti i cambiamenti delle proprie abitudini, anche scegliere di intraprendere un cambiamento professionale è molto difficile. Per farlo è necessario mettersi in gioco, esporsi e confrontarsi con le proprie capacità. Il cambiamento comporta il rimettere in discussione le proprie certezze, rivedere le proprie abitudini, i ritmi delle giornate, l’assetto delle relazioni sociali, le dinamiche familiari, le abitudini e la percezione di se stessi e del proprio ruolo.

È necessaria una grande fiducia in se stessi per gestire questo disagio e prepararsi al salto, che necessita di una forte tenuta emotiva e motivazionale, oltre che della capacità di pianificare il cambiamento, comunicarlo ed essere in grado di gestire le relazioni interpersonali. In questa fase, però, molto spesso, sono proprio la fiducia e l’equilibrio emotivo, di cui avremmo maggior bisogno, a risultare più instabili.

Il precario equilibrio emotivo influenza negativamente le capacità di scegliere, di attivarsi e di agire in modo lucido ed efficace. Chi vive con disagio la propria situazione professionale, scopre ben presto emozioni come la rabbia, la frustrazione, la tristezza, la sfiducia, la paura e tutte queste emozioni negative si affacciano lungo tutto il percorso del cambiamento, intensificandosi e affievolendosi a seconda del susseguirsi di successi o di criticità che si incontrano lungo il cammino.

Il supporto psicologico può essere molto importante in questa fase di transizione, per la necessità di potenziare le sensazioni di auto-efficacia, riportare l’equilibrio nella sfera emotiva e mantenere alta la motivazione. La persona va inoltre supportata sul piano realizzativo, attraverso l’impiego di tecniche e strumenti mirati, per trasformare il desiderio di cambiamento in un progetto concreto. Solo in questo modo l’individuo può essere in grado di scegliere razionalmente, di attivarsi, pianificare e di mettere in atto le strategie più consone ed efficaci per affrontare il cambiamento e progettare un nuovo futuro professionale.


 

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