Sorvolando sul fatto che molto spesso chi mi elargisce queste perle di saggezza è mediamente 20 chili sovrappeso e l’unica sensazione che il suo corpo gli trasmette è quella di fare zapping alla tv, sorseggiando una birra fresca mangiando patatine, vorrei chiarire il motivo per cui sento la necessità di utilizzare questi strumenti che oggi il mercato ci offre.
In effetti, un po’ fissato lo sono. Da anni nel mio bagno è presente una bilancia impedenziometrica, il primo cardio frequenzimetro lo acquistai negli anni ’80, giro costantemente con un fitness tracker (insomma uno di quei braccialetti che si portano al polso giorno e notte e ti registrano i passi, le scale salite e scese, il battito cardiaco, il livello di stress ecc.) al polso e il mio smartphone è pieno zeppo di APP, sincronizzate con vari apparati, che costantemente vado a controllare.
Approfitto di parlare oggi di questo argomento perché è esattamente un anno che sto usando, direi con soddisfazione, la APP HRV4Training. Premetto subito, a scanso di equivoci, che non me l’hanno regalata, me la sono acquistata (mi sembra per circa 16 euro) e quelli che potrebbero omaggiarmela non sanno nemmeno che esisto, né io né il mio blog. Quindi state tranquilli, l’articolo che segue non è una marchetta pubblicitaria, ma una recensione, ovviamente personale, ma seria, di questo strumento software che, se avrete la pazienza di leggere fino in fondo, vedrete come vi potrebbe aiutare nel migliorare la vostra forma fisica.
Lo scorso anno ho scoperto che cosa sia la variabilità cardiaca e come la sua analisi possa essere interessante per migliorare la pianificazione dei propri allenamenti. Non sto qui a rispiegare che cosa sia, se non lo sapete o volete approfondire, andate a questo articolo.
Quello che mi preme invece approfondire in questo post è il vantaggio che l’utilizzo di strumenti come HRV4Training può presentare a chi lo sport lo fa per passione, senza scopi agonistici, e soprattutto dopo aver superato una certa età. Ossia proprio in quei soggetti che, normalmente, sono refrattari alla tecnologia e pensano che questi strumenti possano essere utili soltanto agli agonisti professionisti.
La APP in questione analizza lo stato di forma e la stanchezza, sulla base dei valori di variabilità cardiaca che vengono misurati, o indossando una fascia cardio, o direttamente ponendo il dito indice sull’obiettivo della fotocamera dello smartphone (deve essere compatibile e certificato per la misura della variabilità). La misura si fa alla mattina appena svegli, senza uscire dal letto e dura cinque minuti.
Alla fine della misura, si inseriscono alcuni dati ulteriori (come il numero di ore di sonno) e si risponde ad una serie di domande su come ci si sente.
I dati dell’allenamento del giorno precedente devono essere inseriti manualmente o, se utilizzate altre APP, come Training Peaks, Strava o semplicemente Garmin Connect, vengono acquisite direttamente dalla APP relativa.
L’APP deve essere utilizzata con continuità. I primi risultati attendibili si hanno dopo almeno 15 giorni e il sistema si affina con il tempo, mano a mano che si usa.
Quello che è impressionante, e qui vado alla mia esperienza personale che non è certamente generalizzabile, ma può essere utile, è che in giornate in cui mi sentivo particolarmente bene, e nonostante il sistema mi consigliasse di rimanere a riposo, ma sono andato ad allenarmi lo stesso, ho avuto dei seri problemi di resa fisica e, al contrario, quando magari mi sembrava di essere stanco, ma il sistema mi aveva dato via libera per potermi allenare, ho avuto dei risultati inaspettatamente positivi dall’allenamento.
Perché dico che questo sistema è utile per tutti e non solo per i professionisti e, anzi, secondo me è molto più utile ai dilettanti e, particolarmente ai #foreveryoung? Per il semplice motivo che i professionisti sono seguiti da preparatori, hanno programmi personalizzatissimi e, soprattutto, questo é il loro lavoro. Faranno anche due allenamenti al giorno, ma poi se ne stanno stravaccati sul divano a giocare con la playstation.
Un amatore, invece, trascorre la gran parte della propria giornata al lavoro (che può essere più o meno pesante), in macchina nel traffico, mangia spesso fuori casa e quasi sempre è meglio non indagare sui contenuti del pasto, dorme magari male perché pensa alla scadenza della rata del mutuo, e non ha programmi di allenamento personalizzati, ma , quando va bene, segue un piano autocostruito o modificato da programmi generalisti che trova in rete.
Nei più anziani, inoltre, si sa che i tempi di recupero sono più lunghi che nei giovani. Non si possono seguire tabelle di preparazione costruite per atleti ventenni, quindi avere la conoscenza dello stato del proprio organismo, del proprio reale livello di stanchezza e di stress fisiologico che, ricordiamolo ancora una volta, non deriva soltanto dall’ora o poco più di allenamento quotidiano, ma da tutto quello che facciamo in una giornata, è fondamentale per non incorrere in infortuni, overtrainig o, più semplicemente, per chi si muove proprio soltanto per mantenersi in forma, senza mire agonistiche, per non rischiare danni alla propria salute.
Una videata di HRV4Training su piattaforma web
La APP, da quanto ne so, funziona sia su piattaforma IOS (iPhone) e Android, inoltre da qualche mese è stata rilasciata una versione professionale (io mi ci sono fiondato subito, vi ho detto che sono malato) sul Web, che permette, raccogliendo i dati dallo smartphone, di predisporre analisi personali, andando a correlare parametri diversi a piacere. In questo modo si hanno molti grafici che permettono di capire l’evoluzione dello stato di forma e di salute, e di capire che cosa sbagliamo nel nostro modo di caricare il nostro fisico.
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