La motivazione è il motore delle nostre azioni, la spinta che ci porta a raggiungere determinati obiettivi. Quell’elemento che ci spinge a studiare per superare un esame, ad allenarci per raggiungere un determinato obiettivo sportivo, o semplicemente di alzarsi ogni mattina per andare a lavorare, e potrei andare avanti ancora con molti esempi. In pratica è quel qualcosa che modifica il nostro comportamento verso una azione, in modo più o meno consapevole. La motivazione ha un ruolo fondamentale nella nostra vita. Ci permette di superare le difficoltà, sopportare fatiche e privazioni, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. La motivazione non è uguale per tutti e non è sempre uguale nei vari momenti della vita, ma soprattutto può essere intrinseca o estrinseca. La motivazione intrinseca è quella spinta che parte da dentro di noi, da un proprio vissuto o da una propria volontà. L’azione viene spinta dal semplice piacere che essa genera nell’eseguirla. Non si agisce per ottenere qualcosa dall’esterno, ma per arricchire noi stessi, per seguire un ideale, una passione, un obiettivo di crescita, di miglioramento, di apprendimento, per una gratificazione personale. Molto spesso ci chiediamo per quale motivo delle persone si sottopongono a sforzi per raggiungere la cima di una montagna, per attraversare un lago a nuoto o per studiare per la seconda o terza laurea in una età in cui ormai non possono servire a nulla per migliorare la propria posizione sociale e lavorativa. Lo fanno per un proprio appagamento personale, per sentirsi migliori, anche se al resto del mondo quella loro azione, che costa così tanto sforzo, non interessa assolutamente. Anzi, molto spesso la reazione sociale è assolutamente negativa. Quante volte avete sentito la frase: “ma chi te lo fa fare?” , “ma perché lo fai? Ti viene qualcosa in tasca?”.
La motivazione intrinseca ci fa muovere verso un obiettivo, indipendentemente dal successo o dalle conseguenze. Muove l’azione e motiva la messa in campo di energie. Anche le cose più difficili e meno piacevoli, se mosse da motivazione interna, diventano meno difficoltose e pesanti e donano la possibilità di mettersi alla prova e di cambiare. Basti pensare allo studio fatto per il semplice desiderio di arricchirsi e apprendere, di lavorare per passione, di riordinare la propria casa per il piacere di trovare pulito e ordine, di allenarsi duramente per la splendida sensazione di benessere generata dall’attività motoria. Essere mossi da motivi interni dona maggiore forza nel ripartire e nell’affrontare anche i momenti difficili o le possibili sconfitte o imprevisti perché quello a cui si tende è qualcosa di più grande e forte di una ricompensa. Questa forma di motivazione è più forte e duratura nel tempo e dipende molto meno delle variazioni delle condizioni esterne.
Essere motivati da motivi interni piuttosto che esterni ha effetti sul livello di coinvolgimento nel compito e anche sugli effetti rispetto a successo o insuccesso. Differenti saranno le attribuzioni fatte a sé o all’esterno ma anche il senso di efficacia, il livello di soddisfazione e la consapevolezza.
Nella motivazione estrinseca, invece, il comportamento è spinto da ricompense o riconoscimenti. Potrebbe essere, ad esempio, lavorare duramente perché ci hanno promesso l’avanzamento di carriera, oppure cercare di vincere una gara perché dobbiamo rinnovare il contratto con gli sponsor, superare un esame universitario perché i tuoi genitori ti hanno promesso una vacanza, riordinare la cameretta per poter guardare un cartone animato alla televisione. Insomma fare qualcosa non solo per il piacere di farlo ma per ricevere qualcosa in cambio di materiale, come un premio, una ricompensa, o immateriale, come la promozione, il successo. Alla base quindi non vi è un reale volere dell’individuo ma qualcosa che muove dall’esterno.
Non per questo, la motivazione estrinseca è necessariamente negativa, perché rappresenta comunque una spinta che permette di fare alcune azioni che in qualche modo devono essere fatte, per le quali si fa fatica a trovare una motivazione interna. Spesso rappresenta il primo passaggio per avvicinarsi a qualcosa che solo con il tempo viene accostato ai propri valori e quindi mosso, successivamente, da motivazione interna. Uno degli esempio più classici che posso fare è quello di chi riprende a fare attività sportiva con lo scopo di dimagrire, o per curare qualche patologia. La motivazione è inizialmente estrinseca, l’obiettivo è calare di peso, ma successivamente, la pratica motoria innesca una spirale virtuosa per cui la motivazioni passa da esterna ad interna e si sostiene da sola, per il piacere di fare movimento. La base del cambio delle nostre cattive abitudini parte proprio da questo, dall’individuare le giuste motivazioni e farle diventare motivazioni intrinseche
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