Il lavoro on-line, uno degli aspetti caratterizzanti dello smart working, viene spesso descritto come un sistema di organizzazione che riesce a coniugare al meglio la sfera lavorativa con quella privata. Ma è proprio così?
In queste settimane particolari, nelle quali a causa dell’emergenza Covid-19, molte aziende hanno velocemente optato per il lavoro a distanza, sono immediatamente venuti alla luce degli aspetti che nessuno, finora, aveva mai considerato.
Anche se una maggiore vicinanza con la famiglia e il risparmio sugli spostamenti casa lavoro sono innegabili aspetti positivi, le relazioni con i colleghi in ufficio potrebbero risentire della distanza tipica del lavoro da remoto; specialmente se questa condizione è duratura.
Già nel 2017, una ricerca dell’Organizzazione internazionale del lavoro aveva rilevato che il 41% dei lavoratori da remoto affermava di subire elevati livelli stress, contro il 25% dei lavoratori in ufficio. Si tratterebbe di uno stress solo in parte associato a maggiori livelli di produttività. Oltre il 25% dei lavoratori da casa “regolari”, era emerso dallo stesso studio, ritengono che le conseguenze sulla salute della propria condizione lavorativa siano “prevalentemente negative”; un ben più contenuto 11% afferma il contrario.
Le problematiche sono legate ad alcuni fattori, il primo dei quali è, paradossalmente, l’assenza di un orario di lavoro. Se il lavoro a distanza permette di ritagliarsi un proprio spazio temporale all’interno della giornata, nella realtà, lo smart worker non stacca mai. Le e-mail vengono lette a tutte le ore e in qualsiasi giornata. Il weekend non esiste più come momento di distacco, perché lo smart worker non riesce a distinguerlo dalle altre giornate lavorative.
Inoltre è necessario imparare a navigare in territori sensibili. In un team virtuale, mancando completamente la parte non verbale della comunicazione, se non si sta attenti, le relazioni possono incrinarsi. Le e-mail possono essere interpretate erroneamente come maleducate o troppo dirette. E, senza un linguaggio del corpo visibile, è difficile comunicare i nostri veri intendimenti.
In ambito virtuale si tende a concentrarsi troppo sulle attività e troppo poco sulle relazioni, dando maggiore enfasi sulle scadenze e le informazioni di routine, i lavoratori da remoto potrebbero sentirsi trattati come un ingranaggio nella macchina, invece che una parte essenziale del team. Questo approccio di leadership può peggiorare il senso di isolamento che deriva naturalmente dal lavorare in remoto e può contribuire allo stress virtuale sul posto di lavoro.
I responsabili delle risorse impiegate da remoto, insomma, dovrebbero essere consapevoli del fatto che lo smart worker può sentirsi sottovalutato e distante dal team. Per questo motivo è necessario pianificare videochiamate e incontri che cementino il senso di collaborazione fra i colleghi che lavorano a distanza.
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